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Colombia: l’ex presidente Uribe è assolto dalle accuse di corruzione e frode

Bogotà, 21 ott (Prensa Latina) La Corte Superiore di Bogotá ha assolto l'ex presidente Álvaro Uribe (2002-2010) da tutte le accuse per le quali era stato condannato in primo grado il 1° agosto a 12 anni di arresti domiciliari.

Con la sua sentenza, la suddetta corte annulla la condanna dell’ex presidente per corruzione in un procedimento penale e frode procedurale, e annulla qualsiasi condanna precedentemente inflittagli per tali accuse.
Il giudice Manuel Merchán è stato il relatore che ha letto la sentenza di secondo grado per quasi cinque ore, una lettura completamente diversa dalle considerazioni formulate dalla giudice Sandra Heredia, che ha emesso la sentenza lo scorso luglio.
Il primo segnale che la decisione sarebbe stata favorevole all’ex presidente si è avuto quando il tribunale ha respinto le intercettazioni delle comunicazioni di Uribe, erroneamente ordinate dalla Corte Superiore di Giustizia.
Dato questo fatto, il tribunale ha ritenuto che “vi fosse stata una violazione del diritto alla privacy, dato che l’ordine si basava su informazioni apparenti, prive di fondamento” e ha finito per classificarlo come “grave negligenza”.
Successivamente, ha annullato la condanna per corruzione in un procedimento penale a carico dell’ex presidente nei tre episodi che in precedenza avevano portato alla sua condanna, che coinvolgevano le testimonianze di Carlos Vélez, Eurídice Cortés, alias Diana, e dell’ex paramilitare Juan Guillermo Monsalve, considerato il testimone chiave.
La Corte ha classificato l’analisi della giudice Sandra Heredia come “carente” e “metodologicamente errata” ed ha concluso che non è possibile stabilire che l’ex capo di Stato abbia chiesto a Monsalve di modificare la sua testimonianza in cambio di benefici materiali e legali, in relazione alle dichiarazioni da lui rilasciate sui presunti legami di Uribe con i paramilitari.
Dei tre giudici della Corte Costituzionale che hanno esaminato il caso, María Leonor Oviedo non era d’accordo con gli altri due e riteneva che la sentenza di primo grado avrebbe dovuto essere confermata nella sua interezza. A suo parere, vi erano prove che indicavano la colpevolezza di Uribe.
Le vittime del caso, da parte loro, hanno annunciato che faranno ricorso alla Corte Suprema di Giustizia affinché emetta una sentenza definitiva, il che potrebbe richiedere circa cinque anni.
Per ora, Uribe non ha impedimenti legali a candidarsi al Congresso come senatore, secondo il suo partito, il Centro Democratico.

Ig/ifs

 

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