Su Twitter, il ministro ha sottolineato che una recente analisi dell’Osservatorio Mediatico di Cubadebate demolisce un’indagine che, sotto l’apparenza della neutralità, cerca di presentarsi come prova di una presunta manipolazione da parte dello stato cubano in merito alla sua cooperazione sanitaria.
Rodríguez ha evidenziato il doppio standard applicato nel discorso occidentale: mentre gli sforzi informativi del governo cubano sono etichettati come “manipolazione”, le campagne promosse da governi occidentali, fondazioni private o enti finanziati da Washington sono inquadrate come legittima espressione della “società civile”.
Ha anche sottolineato che quando i cittadini condividono contenuti favorevoli a Cuba sui social media, vengono etichettati come “truppe digitali”, mentre coloro che organizzano campagne ostili contro l’isola sono descritti come “attivisti per la libertà”.
Secondo i dati del Ministero della Salute Pubblica, oltre 605.000 operatori sanitari cubani hanno prestato servizio in 165 paesi negli ultimi 60 anni.
I loro successi nella lotta contro l’Ebola in Africa, la cecità in America Latina e nei Caraibi, il colera ad Haiti e la pandemia di COVID-19 sono particolarmente degni di nota.
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