“Si sbagliano i portavoci imperiali che riciclano calunnie e fanno pressioni per farci tradire la Repubblica Bolivariana, vittima di una guerra non convenzionale”, ha enfatizzato Polanco.
In un incontro di solidarietà per rendere tributo a Nelson Mandela (1918-2013) e Fidel Castro (1926-2016), celebrato nel Teatro Teresa Carreño di questa città, l’ambasciatore ha assicurato che Cuba non abbandona i suoi fratelli né tradisce i suoi principi.
Ha fatto riferimento inoltre all’aggressione mediante un programma dell’Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale (Usaid, per le sue sigle in inglese), destinato a finanziare azioni per screditare e sabotare la cooperazione cubana nella sfera della salute in decine di paesi.
Sono gli stessi che in quegli anni di collaborazione militare e civile di Cuba in Africa pretendevano condizionare il sollevamento del bloqueo e la normalizzazione delle relazioni con gli Stati Uniti affinché la nazione caraibica non prestasse aiuto solidale ai paesi africani, ha denunciato.
Ha risaltato in questo senso che dal trionfo della Rivoluzione cubana, il 1º gennaio 1959, l’isola si mise a disposizione dei paesi africani per offrire solidarietà, salute ed educazione.
Dalla prima missione internazionalista di Cuba in Algeria nel 1963, 450 mila cubani hanno offerto il loro appoggio alla liberazione dell’Africa, ha sentenziato.
Ha anche menzionato che nel Parco della Libertà di Pretoria, in Sudafrica, sono scritti in pietra i nomi dei 2107 cubani caduti in combattimento per l’emancipazione dei popoli dell’Africa.
D’accordo con Polanco, attualmente 4547 internazionalisti cubani compiono una missione in 28 paesi dell’Africa come collaboratori e più di 30 mila studenti africani si sono laureati nel paese caraibico dal 1959.
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