La riunione patrocinò per il trattamento di acque residuali o usate per fare fronte alle sfide per la scarsità del liquido, specialmente in questa parte del pianeta.
Per tre giorni, il tema dell’importante risorsa naturale mosse le discussioni e scambi di esperienze nel Vertice ed Expo Mondiale dell’Acqua, con sede in quell’urbe costiera della provincia di KwaZulu-Natal, nella porzione orientale del paese.
Gli assistenti riconoscono che per avere successo, l’impulso a beneficio di materializzare il servizio vitale per tutti bisogna contare sugli sforzi congiunti e la collaborazione.
Il Vertice diede inoltre un rinnovato vigore all’impegno di raggiungere nel 2030 l’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile numero 6, riferito all’accesso all’acqua potabile ed al risanamento adeguato.
Nella giornata finale del Vertice, gli assistenti hanno conosciuto esempi come il riciclaggio a Durban, dove trattano giornalmente 450 milioni di litri di acque residuali; ed alcuni progetti vincolati alla nanofiltrazione ed alla desalinizzazione.
Nel giro di 13 anni (nel 2030), la richiesta mondiale del liquido crescerà del 50%. La maggior parte “sarà nelle nostre città, per questo che la necessità di una nuova messa a fuoco per la raccolta e gestione delle acque residuali è primordiale”, ha detto nel plenario il ministro dell’Acqua in Sudan del Sud, Sophia Pal Gai Laam.
Inaugurando il Vertice il 22 marzo, coincidendo col Giorno Mondiale dell’Acqua, il presidente del Sudafrica, Jacob Zuma, sollecitò i leader internazionali ad unirsi intorno alla sensibile problematica.
Qualificò il panorama globale presentato nella Relazione 2017 sullo Sviluppo dell’Acqua delle Nazioni Unite abbastanza incerto, centrato sul tema “Acque residuali: la risorsa non utilizzata”.
L’investigazione rivelò che 147 paesi raggiunsero la meta dell’acqua potabile degli Obiettivi dello Sviluppo Sostenibile dell’ONU (ODS), mentre 95 hanno ottenuto il proposito del risanamento e solo 77 compierono entrambe.
“Queste statistiche non fanno giustizia nella trasmissione dei problemi dello sviluppo e della salute che affrontano tante persone o nella contestualizzazione della diversità che questi servizi basilari si distribuiscono in tutto il mondo e dentro le società”, aggiunse.
Zuma, che ha fatto conoscere il documento a nome del Gruppo di Alto Livello sull’Acqua (HLPW), enfatizzò che nelle relazioni del 2011 il 60% dei mille milioni di persone eccessivamente povere del pianeta viveva quasi in soli cinque paesi. “Sembra che abbia cambiato poco la situazione da allora”, sottolineò il governante.
Disse che questo “scenario inaccettabile peggiorerà, a meno che il mondo si unisca per creare le stesse opportunità di successo per tutti nella corsa contro il tempo” per assicurare la preziosa risorsa di vita per le generazioni attuali e future.
La Commissione di Popolazione e Sviluppo dell’ONU calcola che la popolazione mondiale -di circa 7300 milioni di persone -, potrebbe arrivare a 9700 milioni nel 2050, con più di 3100 milioni di residenti addizionali nelle aree urbane.
Si prevede che il maggiore aumento del numero di abitanti succeda in Africa, seguito dall’Asia. Entrambi i continenti sono “tra le regioni più colpite dai problemi di acqua e risanamento”, concluse Zuma.
Il Giorno Mondiale dell’Acqua è annualmente il 22 marzo 1993 soto l’auspicio delle Nazioni Unite, come una maniera di prendere nota ed ampliare la messa a fuoco globale in temi relazionati con tanto essenziale liquido per la vita.
Deisy Francis Mexidor, corrispondente di Prensa Latina in Sudafrica