La celebrazione ebbe luogo di fronte alla facciata dell’antica Scuola San Lorenzo, ultimo bastione difeso in quell’epoca dai combattenti rivoluzionari nel confronto con le forze militari del regime, immensamente superiori in numero e molto meglio armate.
Roberto Morales, membro del Politburo del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba (PCC), oratore principale dell’evocazione della gesta, nonché ministro della sanità, realizzò un racconto storico dettagliato dell’avvenimento che trasformò Cienfuegos per 24 ore in città liberata.
Sottolineò l’impegno delle attuali generazioni di cubani col lascito del leader storico, Fidel Castro, di chi disse oggi è più presente che mai dove un compatriota stia lavorando in maniera onesta e difendendo la Rivoluzione.
Morales si riferì all’impatto dell’opera rivoluzionaria in questo territorio del centro-sud dell’isola, che si convertì in nuova provincia da novembre del 1976.
Ha sottolineato il fatto che (con poco più di 400 mila abitanti) questa cittadina dove nel 1959 si registrava un indice del 30% di analfabetismo, conti ora su due università, nelle cui aule entrarono questo lunedì circa 15800 studenti.
Lidia Esther Brunet, prima segretaria del PCC nella provincia, ricordò la presenza di Fidel il 6 gennaio 1959 nella stessa piazza, scenario della commemorazione ed il passaggio delle sue ceneri, il 30 novembre scorso, durante la Carovana dell’Immortalità.
Conclusa la commemorazione, il popolo di Cienfuegos cominciò la tradizionale manifestazione silenziosa fino al mausoleo che nel cimitero Tomas Acea (Monumento Nazionale), conserva i resti dei caduti sei decadi fa.
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