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Cuba pubblica relazione annuale sui danni provocati dal bloqueo statunitense

L'Avana, 24 ago (Prensa Latina) Il Ministero cubano di Relazioni Estere ha pubblicato oggi la relazione annuale sui danni subiti dall'isola per il bloqueo economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti da quasi sei decadi. 

 
Secondo il documento che copre il periodo compreso tra aprile del 2017 e marzo del 2018, la politica ostile nordamericana si è inasprita, continua ad applicarsi con tutti i rigori e nel periodo analizzato ha causato perdite a Cuba calcolate in circa 4321 milioni 200 mila dollari. 
 
La relazione che appoggia un progetto di risoluzione proposto da Cuba all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite sulla necessità di mettere fine al bloqueo, ricorda che i danni accumulati durante quasi 60 anni ammontano a 933 mila milioni 678 mila dollari, prendendo in considerazione il deprezzamento del dollaro di fronte al valore dell’oro nel mercato internazionale. 
 
D’accordo con le autorità cubane, il Governo degli Stati Uniti ha imposto una seria retrocessione nelle relazioni con l’isola a partire dalla firma da parte del presidente Donald Trump in giugno del 2017 di un “Memorandum Presidenziale di Sicurezza Nazionale sul Rinvigorimento della Politica degli USA verso Cuba”. Questo documento ha vidimato tra i suoi obiettivi l’indurimento del bloqueo. 
 
Cinque mesi più tardi, i dipartimenti statunitensi di Commercio, Tesoro e di Stato hanno emesso nuove regolazioni e disposizioni per dare compimento al riferito memorandum. 
 
Le misure applicate hanno ristretto ancora di più il diritto degli statunitensi a viaggiare a Cuba ed hanno imposto intoppi addizionali alle limitate opportunità del settore imprenditoriale degli Stati Uniti per fare affari sull’isola. 
 
Queste nuove sanzioni contro Cuba hanno causato una diminuzione sensibile nelle visite provenienti dagli Stati Uniti ed hanno ostacolato ancora di più le relazioni economiche e commerciali di aziende cubane con potenziali soci statunitensi e di paesi terzi. 
 
Secondo la relazione, tali misure non solo colpiscono l’economia statale cubana, ma anche il settore non statale del paese ed altre nazioni, a partire dal loro carattere extraterritoriale. 
 
Il documento pubblicato questa giornata include paragrafi riferiti ai danni nei settori di maggiore impatto sociale, come l’alimentazione, la salute e l’educazione, il diritto allo sviluppo, i danni nel commercio estero e le finanze, ed all’opposizione al bloqueo a livello globale e negli stessi Stati  Uniti. 
 
Per la nazione antillana, questa politica statunitense costituisce una violazione di massa, flagrante e sistematica dei diritti umani di tutto il popolo di Cuba e si qualifica come un atto di genocidio, a tenore della Convenzione per la Prevenzione e Sanzione del Delitto di Genocidio del 1948. 
 
La considera, inoltre, illegale secondo la Carta delle Nazioni Unite ed il Diritto Internazionale, e come un ostacolo per la cooperazione internazionale. 
 
Il prossimo 31 ottobre, l’Assemblea Generale dell’ONU voterà per il 27º  anno consecutivo un progetto di risoluzione che reclama la sospensione del bloqueo statunitense contro Cuba. 
 
Ig/tgp 

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