Lo dimostrano i naufragi avvenuti nello Stretto della Florida, nonché le operazioni di rimpatrio dei migranti clandestini.
Finora nel 2021 si sono svolte 37 le operazioni di rientro dei cubani, di cui una dalle Isole Cayman, tre dal Messico, tre dalle Bahamas e 30 dagli Stati Uniti.
Secondo le autorità cubane, 475 sono stati restituiti via mare e 288 in aereo, per un totale di 763.
Il sito Cubadebate riproduce oggi le testimonianze di un tragico viaggio in cui si erano imbarcati 22 cubani mentre l’uragano Elsa lasciava l’isola dirigendosi a nord, il 5 luglio.
Solo 13 persone sono riuscite a sopravvivere; nove sono morti in mare.
Marlin Leliebre, 34 anni, ha affermato che le persone coinvolte presumevano che la guardia costiera cubana sarebbe stata occupata per il ciclone.
Ma lungo la strada hanno trovato la guardia costiera, che ha ordinato loro di non continuare il viaggio.
Ci hanno fatto segno di non proseguire, di ritornare perché la barca stava per affondare e le nostre vite erano in pericolo. Sono rimasta in silenzio, ma nessuno voleva ritornare. Quindi gli ufficiali ci hanno lanciato circa 10 giubbotti di salvataggio e noi ne avevamo altri tre, ha detto.
E ha aggiunto: siamo andati avanti e di notte la barca è affondata e si è scatenato l’inferno. Sono rimasta sotto la barca e sono rimasta lì per salvarmi tra l’acqua e il bordo della barca perché non so nuotare. Il mio ragazzo si è tuffato e mi ha aiutato. C’era una persona che è rimasta impigliata in un telo blu che stavamo trasportando e non è uscita.
Ha aggiunto che hanno trascorso 22 ore in acqua combattendo per sopravvivere, mentre altri hanno perso la vita.
Così ha sofferto Yaritza Darías, 27 anni. Ha visto diverse persone annegare. Suo fratello è morto di freddo aggrappandosi a lei.
Nella notte di venerdì 9 luglio, la guardia costiera degli Stati Uniti ha sospeso le ricerche dei nove cubani scomparsi dopo il naufragio.
La mattina seguente, otto dei 13 sopravvissuti sono stati riportati a Cuba.
Secondo il colonnello Lázaro Delgado, secondo capo della Direzione Identificazione ed Immigrazione del Ministero dell’Interno, le autorità statunitensi affermano che gli altri cinque hanno problemi di salute, motivo per cui non sono tornati sull’isola.
L’Avana e Washington hanno un accordo sull’immigrazione in base al quale fino a 20.000 cubani potrebbero ricevere un visto all’anno per emigrare negli Stati Uniti, ma questo paese non rispetta l’accordo.
Il governo di Donald Trump ha praticamente chiuso la sua ambasciata nella capitale cubana, in particolare gli uffici consolari.
L’attuale amministrazione di Joe Biden mantiene la stessa politica del suo predecessore, comprese 243 misure punitive, 55 delle quali adottate in tempi di pandemia.
Orlando Orama Leon, giornalista di Prensa Latina