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Ampio rifiuto in Uruguay alla liberazione dei repressori della dittatura

Montevideo, 17 nov (Prensa Latina) Il gruppo Parenti dei detenuti scomparsi nella dittatura in Uruguay (1973-1985) ha respinto oggi un disegno di legge del partito al governo Cabido Abierto (CA) per la liberazione dei repressori che stanno scontando condanne.

 

Il suo portavoce Ignacio Errandonea lo ha descritto come immorale, “pensando ai nostri figli e nipoti e che è aberrante creare il precedente che qui non succeda nulla di fronte ai crimini che hanno commesso”.

Allo stesso tempo, “sanno dove sono i nostri parenti e non lo dicono”, ha ribadito in una conferenza stampa presso la sede del parlamento.

 

La proposta è entrata in Commissione Costituzione e Legislazione del Senato, formalmente favorevole al trasferimento agli arresti domiciliari dei detenuti con più di 65 anni.

 

Ma l’oppositore Frente Amplio ha denunciato che il suo vero obiettivo è quello di favorire 20 ex militari che hanno commesso gravi crimini contro l’umanità, come confermato dal deputato, Eduardo Lust.

 

A sua volta, il membro dell’Associazione Ex Prigionieri Politici Crysol, Baldemar Tarocco, ha sottolineato che va contro le normative internazionali sui diritti umani e contro i crimini senza amnistia.

 

Ha indicato che l’istituto della detenzione domiciliare esiste già nel codice penale uruguaiano e ha ricordato i casi di tre famigerati assassini e torturatori e altri 14 sottoposti in base a tale statuto per condizioni di salute.

 

Ig/hr

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