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Cuba ambisce alla transizione energetica, afferma esecutivo

L'Avana, 20 nov (Prensa Latina) Cuba ha le possibilità per una transizione energetica che risolva molti dei problemi che la affliggono in questa materia, ha affermato oggi un dirigente del settore.

In dichiarazioni al quotidiano Granma, il direttore della Politica e Strategia Energetica del Ministero dell’Energia e delle Miniere, Ramsés Montes Calzadilla, ha sottolineato che Cuba ha il potenziale per aumentare la produzione nazionale di carburante dal 40% all’88% del consumo totale.
Inoltre, grazie alla transizione energetica, ha la possibilità di limitare le sue importazioni a un quinto dell’attuale impiego e di ridurre i suoi consumi del 48%, ha spiegato il direttore.
Il megaprogetto da duemila megawatt (MW) generati con l’energia solare, insieme ad un altro di accumulazione in batterie, ha aggiunto, fornirà, in media, 1.400 MW a mezzogiorno, e nelle ore diurne consentirà la cessazione dei blackout a partire dal 2026. Inoltre, ridurrebbe il consumo di carburante di 832mila tonnellate all’anno.
Questi cambiamenti dipendono soprattutto dall’introduzione delle fonti rinnovabili, oltre ai veicoli elettrici e, in misura minore, ad altre tecnologie come la solare termica, le pompe di calore, le caldaie a biomassa e le cucine ad induzione.
La trasformazione del contesto nazionale in termini energetici persegue la sufficienza, la sicurezza e la sovranità dell’approvvigionamento, essenziali per lo sviluppo sostenibile, con il minor costo possibile ed un impatto ambientale positivo, ha assicurato.
La Strategia Nazionale per la Transizione si basa su quattro assi: la matrice energetica, il settore industriale e dei servizi, il settore agroindustriale e della produzione alimentare, nonché il settore residenziale e la gestione locale. Tra i suoi pilastri ci sono l’efficienza e l’accumulo di energia, le fonti rinnovabili, l’elettrificazione dei trasporti e la produzione di calore, ha concluso.

Ig/rfc

 

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