L’esercito ha annunciato in una nota che due riservisti hanno perso la vita durante lo scontro con l’aggressore, ucciso pochi minuti dopo essere entrato nella base, adiacente ad un posto di blocco, e aver aperto il fuoco con un fucile M-16.
Secondo il rapporto, è stata aperta un’indagine per stabilire come il palestinese sia riuscito ad eludere la sicurezza ed a entrare nel complesso poco prima delle 6:00 del mattino, ora locale.
Il quotidiano online The Israel ha riferito che l’edificio comprende una torre di guardia e diverse strutture, protette da una squadra di 11 soldati ed un comandante.
Nel frattempo, martedì le forze israeliane hanno continuato le loro operazioni in Cisgiordania, in particolare attorno alle città di Tulkaren e Jenin e ai rispettivi campi profughi, ha riferito l’agenzia di stampa ufficiale palestinese (Wafa).
Jenin, considerata una delle roccaforti delle milizie, è sotto attacco da 15 giorni, fatto che ha provocato 38 tra morti e feriti, danni materiali dopo la distruzione di edifici, strade e strutture commerciali. Solo nel campo profughi di Jenin, l’esercito israeliano ha fatto saltare in aria una ventina di edifici.
Il sindaco della città, Muhammad Jarar, ha denunciato che questa operazione è la più grande da quella avvenuta nel 2002.
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