“Ci sono così tante informazioni che stiamo scoprendo da dove proviene, dove arriva, dove è prodotto, come viene distribuito, e questo ci fornirà molte informazioni affinché tutti nel loro paese possano agire in modo coordinato”, ha affermato la capa dell’Esecutivo durante la sua consueta conferenza stampa.
Ha affermato che questa è la proposta della sua amministrazione e che rientra nei colloqui tenuti con le autorità degli Stati Uniti in seguito all’accordo raggiunto il 3 febbraio per sospendere per un mese i dazi che Washington minaccia di imporre sui prodotti messicani.
“Entro venerdì dovremmo raggiungere accordi importanti e, se necessario, farò un’altra telefonata con il presidente Trump. “Faremo tutto il necessario per raggiungere un accordo”, ha affermato.
La presidentessa ha messo in dubbio il fatto che si affermi che i precursori entrino solo attraverso Messico e Canada ed ha sollecitato un’indagine per verificare se arrivino attraverso gli Stati Uniti.
“Aiuteremo gli Stati Uniti in questa crisi umanitaria che stanno affrontando, ma non vogliamo che la droga vada da nessuna parte. (…) Dobbiamo collaborare e coordinarci su questo, ma i tre paesi devono esaminarlo”, ha sottolineato.
Sheinbaum ha insistito sul fatto che l’elevato consumo di stupefacenti si verifica nella vicina nazione settentrionale e Washington deve anche stabilire quali cartelli vendono il fentanil negli Stati Uniti e dove avviene il riciclaggio di denaro proveniente da tali risorse.
“Collaboreremo e ci coordineremo proprio perché non vogliamo che ciò esista. Ma c’è anche un aspetto in cui dobbiamo tutti affrontare il problema dell’uso di droghe da una prospettiva di salute pubblica”, ha affermato.
Ha ribadito la volontà del suo paese di collaborare, esigendo sempre il rispetto della sovranità, ed ha sottolineato che il governo di questa nazione latinoamericana sta anche facendo il suo lavoro per ridurre i tassi di insicurezza ed i crimini ad alto impatto legati al narcotraffico.
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