“Da settimane lanciamo l’allarme sulle conseguenze che si potrebbero avere se si raggiungesse questa fase”, ha avvertito in una nota il portavoce del CICR a Gaza, Hisham Muhanna. Stiamo monitorando attentamente il meccanismo di distribuzione degli aiuti umanitari sul territorio, come annunciato dalle autorità del paese, ha sottolineato.
Muhanna ha avvertito che la mancanza di aiuti umanitari ha esacerbato la crisi, in particolare con la ripresa e l’aumento delle operazioni militari nell’enclave costiera, dove vivono più di due milioni di persone.
Accogliamo con favore ogni sforzo che possa porre fine alla crisi umanitaria a Gaza, ha osservato.
Tuttavia, ha aggiunto, qualsiasi beneficio di questo tipo deve essere pienamente coerente con i principi umanitari che garantiscono la non discriminazione tra coloro che lo meritano, riferendosi al piano proposto dagli Stati Uniti e da Israele.
A questo proposito, ha sottolineato che fin dall’inizio dell’attuale ciclo di violenza, sono esistiti meccanismi attraverso i quali gli attori umanitari, tra cui il CICR, hanno lavorato per assistere la popolazione di Gaza.
In quanto potenza occupante, Israele ha la piena responsabilità, in base al diritto internazionale umanitario, di garantire i bisogni fondamentali dell’intera popolazione di Gaza, ha ricordato.
“È inaccettabile politicizzare gli aiuti umanitari o utilizzarli come forma di pressione politica o militare”, ha denunciato.
Il portavoce ha sottolineato che sono stati in contatto con entrambe le parti fin dall’inizio del conflitto, per raggiungere un accordo volto ad alleviare la crisi umanitaria.
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