martedì 15 Luglio 2025
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Elián González ringrazia Cuba e Fidel Castro per la battaglia in suo favore

L'Avana, 18 giu (Prensa Latina) Gratitudine e impegno sono parole che riassumono i sentimenti di Elián González Brotons, unico sopravvissuto, ad appena sei anni, al naufragio dell'imbarcazione che lo stava portando illegalmente negli Stati Uniti.

Il tragico evento, avvenuto nel novembre del 1999, in cui perse la vita sua madre, Elizabeth Brotons, avrebbe innescato un altro episodio di unità tra il popolo cubano attorno al suo leader storico, Fidel Castro, in risposta alla richiesta di ritorno dall’isola caraibica avanzata da suo padre, Juan Miguel González.
Proprio loro (il popolo cubano e Fidel Castro) furono i veri protagonisti, insieme alla ferma convinzione di mio padre nel chiedere il mio ritorno nel paese, ricorda Elián, 31 anni, che il 28 giugno festeggerà i 25 anni dal suo ritorno.
In questo periodo, ho potuto comprendere la portata della battaglia nazionale e internazionale, condotta dal Comandante in Capo, per garantire che ritornassi con mio padre, il che accresce il mio amore e rispetto per Cuba ed il suo leader emblematico, ha dichiarato.
Conversando con persone di diversi settori presso il Centro Fidel Castro, González Brotons ha raccontato passaggi che, secondo quanto gli è stato riferito, attestano la priorità data dall’allora presidente alla battaglia legale e comunicativa per il suo ritorno, qualcosa che i parenti residenti a Miami gli avevano negato.
“Ad ogni passo, il Comandante ha elaborato strategie ed ha tenuto conto dell’opinione di mio padre, il che dimostra la grandezza di quest’uomo che, nonostante le enormi responsabilità del suo incarico, ha condotto il paese alla vittoria in questa causa”, ha riflettuto.
Oltre a restituirgli la sua patria, il giovane, che vive nel comune di Cárdenas, nella provincia occidentale di Matanzas, ha sottolineato come la leadership cubana “abbia preservato la mia innocenza e la mia stabilità emotiva, con decisioni ponderate che hanno tenuto conto anche dei più piccoli dettagli”.
“Fidel Castro è riuscito a collocarmi non solo nella mia casa, ma in quella di ogni famiglia cubana, il che è fonte di orgoglio, privilegio e impegno a non deluderle mai. Il Comandante in Capo è stato un sostegno ed una presenza costante nella mia vita”, ha osservato.
“Queste ragioni sostengono la mia convinzione di stare a Cuba in qualsiasi circostanza e di lottare per costruire una nazione migliore per tutti. E nei momenti difficili, penso sempre: Fidel non si arrenderebbe, né verrebbe sconfitto. Ci ha insegnato a lottare e ad andare avanti”.

Ig/lld

 

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