venerdì 5 Dicembre 2025
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I popoli indigeni dell’Ecuador denunciano molti arresti arbitrari durante le proteste

Quito, 23 set (Prensa Latina) La Confederazione delle Nazionalità Indigene dell'Ecuador (CONAIE) ha denunciato gli arresti arbitrari nell'ambito delle proteste avvenute durante lo sciopero nazionale, che continua per protestare contro l'aumento del prezzo del gasolio ed altre misure governative.

Il Ministro degli Interni dell’Ecuador, John Reimberg, ha confermato che più di 50 persone sono state arrestate durante le proteste, tra cui due venezuelani che, secondo il funzionario, sono legati al gruppo criminale Tren de Aragua.
Il funzionario ha dichiarato alla stampa che 20 cittadini sono stati catturati a Otavalo, nella provincia andina di Imbabura, dove un migliaio di manifestanti hanno attaccato una stazione di polizia, ferito due agenti e causato ingenti danni materiali.
Per la Confederazione Nazionale dei Popoli Indigeni (CONAIE), si tratta di ritardi arbitrari di scarcerazione, che costituiscono una grave violazione dei diritti umani.
In una dichiarazione pubblicata sui social media, hanno avvertito che il rifiuto delle autorità di fornire informazioni sullo stato giuridico e fisico dei detenuti viola il diritto al giusto processo, configurando il reato di sparizione forzata.
“Esigiamo che giudici, pubblici ministeri e autorità competenti, nel rigoroso rispetto della Costituzione, dei trattati e delle convenzioni internazionali, ordinino l’immediato rilascio delle persone detenute e ne garantiscano l’integrità personale”, hanno reclamato.
L’organizzazione ha ritenuto il presidente Daniel Noboa, i suoi ministri e le forze di sicurezza responsabili di qualsiasi attentato alla vita, alla sicurezza ed alla dignità dei loro colleghi, a seguito della repressione del giorno prima contro coloro che erano scesi in piazza.
La CONAIE afferma che la fine del sussidio al gasolio, una misura attuata da Noboa attraverso il Decreto Esecutivo 126, favorisce le multinazionali importatrici di carburante ed impoverisce ulteriormente il popolo ecuadoriano.
Nonostante le richieste, il presidente ha dichiarato che non farà marcia indietro e ha avvertito che coloro che si impegnano in atti di terrorismo, blocchi stradali illegali e violenza organizzata saranno puniti secondo la legge.

Ig/avr

 

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