“Siamo molto grati, e lo ribadiamo, per l’appoggio del popolo e del governo di Cuba, perché ci aiutano inviandoci medici specialisti”, ha detto il presidente durante la sua consueta conferenza stampa.
Da parte sua, il direttore generale dell’Istituto messicano di Previdenza Sociale, Zoé Robledo, ha informato che 2.700 medici cubani si uniranno ai 950 dell’isola che già lavorano nel sistema sanitario pubblico.
“Nell’ultimo accordo, oltre ai 950 medici che già operano in 23 stati del paese, si aggiungono 2.700 di queste specialità che ho appena citato: fondamentalmente Medicina Interna, Pediatria e Medicina d’Urgenza”, ha affermato.
Il funzionario ha affermato che ciò garantirà che gli ospedali comunitari, situati principalmente in zone rurali od altamente emarginate, dispongano di uno staff adeguato di professionisti.
Secondo lui, lo scopo è che queste strutture possano effettuare interventi chirurgici e non siano solo centri che inviano i pazienti ad ospedali più grandi, un’impegno per ottenere il rafforzamento del primo livello di assistenza.
López Obrador ha evidenziato i risultati del programma IMSS-Bienestar, volto a servire coloro che non hanno una sicurezza sociale.
“Stiamo parlando di metà della popolazione ed, in termini generali, si tratta delle persone con minori risorse economiche, le persone più povere; quindi si stanno facendo progressi in questo senso e ritengo che è un cammino positivo”, ha concluso.
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