“Ciò che difendiamo è che il popolo venezuelano è padrone del proprio destino e nessun presidente di un altro paese dovrebbe dettare come devono agire Venezuela o Cuba”, ha dichiarato Lula al 16° Congresso Annuale del Partito Comunista del Brasile (PCoB) presso il Centro Congressi Ulysses Guimarães della capitale.
Recentemente, gli Stati Uniti hanno effettuato attacchi contro imbarcazioni in acque internazionali vicino alla costa venezuelana, sostenendo che le imbarcazioni erano collegate al traffico internazionale di droga.
Con parole cordiali, Lula ha anche accolto con favore la presenza di una delegazione cubana al congresso e, nel contesto delle intimidazioni militari verso i Caraibi, ha nuovamente denunciato l’inclusione di Cuba in una lista unilaterale di stati che sponsorizzano il terrorismo.
In un altro punto del suo discorso, il presidente ha chiesto una profonda autocritica da parte della sinistra, soprattutto per contrastare l’ascesa dell’estrema destra.
Ha sottolineato che la democrazia è stata sconfitta perché non è riuscita a svolgere la sua funzione di garantire uguaglianza, benessere sociale, cibo, salari, istruzione e diritti umani.
Ha riflettuto sulle sfide che la sinistra deve affrontare, interrogandosi su figure come l’ex presidente di estrema destra Jair Bolsonaro, come è potuto salire al potere in Brasile, e sostenendo la ricostruzione di un progetto che includa anche i disorganizzati politici.
Lula ha anche avvertito che la sinistra deve smettere di parlare solo a sé stessa e cercare di convincere la popolazione che non è stata ancora conquistata.
Ha sottolineato che il comportamento e la comunicazione degli attivisti sono cruciali per riconquistare la fiducia del pubblico.
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