Tra i membri del panello, che faceva parte della Conferenza Cubadisco 2025 organizzata dall’istituzione, c’erano la direttrice musicale della Casa de las Américas, Maria Elena Vinueza, il direttore commerciale di Abdala Studios, Adis Silva e Carlos Alfonso, direttore del gruppo Síntesis.
La Dott.ssa Vinueza ha parlato della sua esperienza di ricerca sul lavoro di Ros, del legame che l’ha unita a questo maestro del folklore e dei canti africani e della magia della sua voce privilegiata, della sua umiltà e semplicità.
Ha anche riassunto che questo grande esponente, per il quale – secondo lei – non esiste un omaggio sufficiente, è stato il canto di un’epoca, e ha concentrato nel suo essere e nella sua carriera i canti yoruba, il culto degli antenati e della terra natale, il tutto in una fusione di “cubanità”, cultura e rivoluzione.
Secondo Vinueza, a un secolo dalla nascita di Ros, esiste ancora un debito enorme nei confronti della conoscenza della sua arte. Nella Sala Villena dell’UNEAC è stato ascoltato l’album “Viejos cantos afrocubanos”, cantato dal maestro, che Vinueza ha definito un paradigma del sapere popolare e della cultura cubana.
Da parte sua, il musicista Carlos Alfonso ha ricordato che negli anni ’70 scoprì queste canzoni afrocubane, che in seguito armonizzò e registrò, e che rimase personalmente molto colpito da Asoyin.
Anche la cantante e moglie di Alfonso, Ele Valdés, ha raccontato come hanno incontrato Ros e come hanno stretto un legame grazie alla sua vasta conoscenza della musica, delle canzoni, della chitarra e dei ritmi. Hanno anche ricordato le registrazioni con la Empresa de Grabaciones y Ediciones Musicales (EGREM) e l’uscita degli album Ancestros I e II, di Síntesis.
Ros, dotato di registri vocali unici e di una profonda vocazione artistica e pedagogica, è stato uno dei fondatori del Conjunto Folclórico Nacional.
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