I corpi sono stati inviati la mattina presto in Egitto, mediatore nel processo di tregua, e ricevuti dalla Croce Rossa, che li ha poi trasportati nel paese levantino, dove sono stati identificati, ha riferito Channel 12.
Nello stesso periodo, i prigionieri palestinesi hanno iniziato a essere rilasciati, tra cui 97 trasferiti in Egitto per la deportazione, ha confermato la televisione Al Jazeera.
Il gruppo avrebbe dovuto essere rilasciato sabato dopo la liberazione di sei israeliani, ma il primo ministro Benjamin Netanyahu ha deciso di rompere l’accordo, accusando Hamas di aver tenuto “cerimonie umilianti” durante la consegna.
Di fronte a questa situazione, Il Cairo ha svolto un ruolo chiave nel rinnovo del nuovo scambio, avvenuto giovedì senza cerimonie, pochi giorni prima della scadenza della prima fase della tregua, iniziata il 19 gennaio.
Ad oggi, le milizie hanno liberato, in otto tranche, 25 israeliani, otto cadaveri e cinque lavoratori thailandesi, catturati anch’essi durante l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023.
In cambio, sono stati rilasciati più di 1.900 palestinesi, molti dei quali stavano scontando condanne all’ergastolo.
Durante questa fase della tregua terminarono anche le operazioni militari, dando un po’ di sollievo ai due milioni di cittadini che vivevano nell’enclave costiera, devastata dal conflitto.
La seconda fase dell’accordo, i cui negoziati avrebbero dovuto iniziare due settimane dopo, è stata bloccata dal rifiuto di Netanyahu di raggiungere un accordo.
L’obiettivo di questa fase è il raggiungimento di una calma completa e sostenibile, lo scambio di un numero aggiuntivo di prigionieri ed il ritiro completo delle Forze di Difesa Israeliane da Gaza.
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